Abstract
28 Dicembre 2018The way I do it
11 Gennaio 2019C’è quest’immagine che mi perseguita,
che levita e non mi evita
e mi spinge giù.
Una giornata di inizio inverno o fine autunno,
pareva eterno,
o forse inferno
con la temperatura degli anelli di Saturno,
con l’umore subalterno alla cosa meno proporzionale che c’è.
Cammino
lungo una strada deserta
coperta
da nebbia densa,
pare sangue rappreso,
ed io sono teso come un filo ad alta tensione
non c’è nessuno che si muove,
ed io vorrei usare l’elettricità che mi porto addosso
come un peso morto,
e scaricare tutta l’energia
per rianimare questa tetra via
e tornarmene a casa mia al caldo,
ma non posso.
Il filo diventa sempre più grosso
ed io sono sempre più scosso,
rallenta,
poi si ferma e pigia l’acceleratore
aziona il motore e passa ad un’altra scena.
Stavolta non cammino,
sono immobile
mi sento vuoto,
la mia presenza non è manco indispensabile.
Inverto la forza del suono ed il soffio del vento,
lo sento,
ah no,
io non sento niente.
Vedo un muro grigio
e qualcuno che in un sordo pianto si ci appoggia
e non capisce che qualcosa lo trascina giù
sembra già finita,
sembra che non ci sia niente oltre la salita,
poi pioggia,
ma non quella forte
da far tremare le porte,
adesso giuro che prendo le corde e lo aiuto a risalire su.
Giuro che prendo le corde
e lo aiuto a risalire su,
ma non sento ancora niente,
l’acceleratore che si spegne
e questa nebbia che non se ne va mai,
qualcosa mi dice che prima o poi porterò un sacrificio al tempio del sole.
Oh sogno di niente,
spero che prima o poi
diventerai qualcosa.
6 Comments
Adoro questa poesia, è stupenda, è così significativa ma rimane semplice da comprendere.
Ottimo lavoro
Non vedo l’ora di leggere anche la tua
Commentino in italiano per una bellissima poesia in italiano. Superba ❤
Grazie mille, sono in attesa si leggere anche i tuoi lavori.
Complimenti. Semplicemente perfetta.❤
Grazie mille fede. La prossima volta voglio pubblicare anche qualcosa di tuo!