Stroom
28 Gennaio 2021Per strada c’è solo l’ombra di una manciata di ricordi e una leggera brezza scaturita dalla silenziosa fuga di pensieri troppo leggeri per essere trattenuti.
Si intravede il riflesso di una lampada di carta proiettato nel buio pesto che un paio di lampioni dalla luce troppo fredda tentano invano di riscaldare. Proviene da una finestra diversa dalle altre. È aperta. C’è ancora qualcuno sveglio a guardare la luna, che forma ha oggi. Pensa che vorrebbe sapersi disegnare. Non la luna. Lei sa già farlo.
Un paio di piani più in basso c’è un canale che dovrebbe essere diretto al Mare del Nord, ma che in fondo non ne è certo davvero. La corrente non regala verità, i pescatori giù al molo lo sanno bene. Sogna solo di potersi specchiare per una volta, o tutta la vita.
Intanto un sogno emerge dal fondale e cammina sul filo teso di un aquilone legato stretto ad un balcone parecchio arrugginito. Teme un po’, purtroppo l’antitetanica lassù non arriva. Nel frattempo fa una capriola, chi il sogno lo accoglie.
In fondo al viale risuona il ticchettio di un orologio, un amante si aggrappa alla lancetta più piccola con tutta la forza che possiede. Il custode del vecchio campanile lo osserva con occhi assai grandi, non riesce a capire se voglia fermare il tempo o tornare indietro. Non osa chiedere.
A due passi, al di là di una porta senza serratura, giace un tappeto impolverato. Corre voce sia un pezzo antico, ma non tanto da valere qualcosa. Passi stanchi lo calpestano, anche oggi è stata una giornata pesante.
In una soffitta leggermente inclinata a destra c’è un musicista dalle rughe larghe e profonde. Sorride al silenzio e brinda alla notte, scende le scale e scopre la vita. Al suono dei suoi passi un coro di grilli si sveglia e fa sentire le lucciole meno sole. Che i lampioni si spengano, stanotte non servono.
Dietro ad una tenda spessa di velluto blu, una signora guarda il soffitto come in attesa di qualcosa. Pensa fortissimo e stringe le mani, si alza per prendere un bicchiere d’acqua e una boccata d’aria. La lampada di carta accanto al letto resta accesa.
In piazza è tempo di sbaraccare. Anche il tavolo da sei è vuoto ormai, stasera gli habitué non hanno fatto tardi. Il proprietario abbassa la saracinesca e si versa un ultimo bicchiere di vino. Pensa che anche lui avrebbe voluto avere un motivo per non fare tardi.
In un vicolo parecchio silenzioso c’è chi sta immaginando un mondo in cui solo alle ombre di notte è permesso conoscersi. Forse davvero sarebbe tutto più immediato. Bisognerebbe chiederlo ai pescatori giù al molo o all’amante appeso al tempo, ma al buio le storie sono troppo impegnate ad accadere per fornire risposte.